Vulcain è un giovane dogue de Bordeaux di 15 mesi operato a 8 mesi di osteocondrite all’atro anteriore destro. Da allora non ha più smesso di zoppicare in modo grave con quell’anteriore e il posteriore controlaterale. La sua andatura è molto rigida (il proprietario la definisce da Robocop). Per di più, in rapporto ai suoi conspecifici di casa, non gioca, è amorfo e passa la sua giornata a dormire.
La prima visita osteopatica mette in evidenza due gruppi di tensioni:
• Il primo: attorno allo stomaco ed al suo meridiano. Non è raro in osteopatia osservare regolarmente delle zoppie a carico di un anteriore, in concomitanza a delle tensioni della zona del diaframma, che si risolvono con la scomparsa di queste ultime.
• Il secondo: su un asse cranio sacrale, con una sensazione manuale caratteristica di una forza di trazione midollare elevata (confrontare l’inserto precedente). Questa forza è manipolata utilizzando delle tecniche tissutali (elaborate da Pierre Tricot, dottore in osteopatia D.O.). Questo tipo di tensioni sul sistema nervoso porta regolarmente a dei sintomi nervosi; in questo caso l’apatia.
Il risultato della sparizione delle tensioni si fa sentire molto rapidamente e in pochi giorni la marcia torna ad essere sciolta, la zoppia scompare e il cane torna ad essere giocherellone in maniera sorprendentemente rapida.
La visita di controllo mette in evidenza ancora qualche tensione dello stesso tipo (stomaco e forza di trazione midollare), ma clinicamente il soggetto si presenta bene.
Sarà rivisto un mese più tardi per una zoppia di spalla a seguito di una caduta durante una gita in montagna, ma anche quest’ultima scomparirà rapidamente.
Conclusione:
come soleva dire in modo perentorio uno dei miei professori di malattie infettive: “Si può avere la sifilide e una rivendita di tabacchi…”
Come è avenuto in questo caso. L’osteocondrite rilevata radiograficamente non era il fattore determinante nella zoppia, perciò la sua asportazione chirurgica non ha dato i risultati attesi.
• Conviene quindi ancora e sempre interrogarsi sulla validità dei segni radiografici ai quali prestiamo alcune volte un’importanza eccessiva.
• È quindi fondamentale ricostruire i sintomi in un insieme coerente; in questo caso la tensione nella regione del diaframma era la chiave per comprendere la zoppia. La nozione di tensegrità trova qui tutto il suo valore.
• Quanto alla nozione di forza di trazione midollare elevata in un cane in crescita, era qui responsabile della letargia del giovane cucciolo e non la zoppia, se ci si concede una dicotomia.
Può anche essere che una visita osteopatica prima della chirurgia avrebbe permesso di restituire a ogni esame la sua giusta importanza nella genesi dei sintomi. Da qui l’importanza di ragionare su due binari:
il lesionale (di competenza chirurgica) e il funzionale (per esempio di competenza dell’osteopatia).
Informazioni
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