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049 – Dépêche di sabato 10 maggio 2008

Créé le : lunedì 20 febbraio 2012 di Ivo Lalla, Patrick Chêne

Dernière modificaton le : lunedì 4 dicembre 2017

Uto è un pastore belga adulto selezionato per dei campionati di Ring. Da qualche settimana presenta una zoppìa grave (con sottrazione all’appoggio) del posteriore destro, ogni volta che effettua uno sforzo. Il ritiro dalle gare, seppur angosciante per il proprietario, sembra inesorabile.

Il veterinario curante ha fatto una lastra radiologica che mostra un’inclinazione anomala del sacro, con una calcificazione del disco intervertebrale L7/S1. La prognosi sembra infausta, soprattutto in seguito alla constatazione che il trattamento instaurato non ha dato i suoi frutti.

Legenda : Radio del bacino, il giorno della prima consultazione

Una seduta di osteopatia mostra, oltre le tensioni molto forti al livello del sacro, una tensione al livello di D13, del temporale e della laringe. Queste ultime sono tipicamente associate a delle tensioni sacro-iliache, e evidenziamo soprattutto la relazione iliaco/temporale. Le tensioni sono risolte grazie a delle manipolazioni funzionali su D13 e il temporale, strutturali sulle due iliache.

Legenda : Risultato della prima seduta.

Alla seconda seduta, il cane non presenta alcun miglioramento secondo il proprietario, che non ha osato riprendere il lavoro con il cane. Eppure la seduta mostra un netto miglioramento (il bacino è OK, la D13 e il temporale sinistro presentano lievi disfunzioni). I salti realizzati nel giardino dell’ambulatorio mostrano che il cane osa saltare, e non zoppica più dopo i salti. Una verifica osteopatica mostra che adesso, durante il salto, è il grassetto (L4, tibia) è sotto sforzo, il che è logico quando il bacino ricomincia a funzionare.

Legenda : Seconda seduta, all’arrivo e dopo aver realizzato i salti.

Alla terza seduta il cane sta bene, e salta nuovamente senza più alcun fastidio. Il campionato è in vista…

Conclusione :

Leggiamo regolarmente degli articoli che evidenziano quanto poca correlazione esiste tra le lesioni radiologiche e i sintomi. Questo caso lo dimostra chiaramente : la lesione radiologica, seppur importante, non era affatto responsabile della zoppìa, anche se lo si poteva legittimamente sospettare. Per capire una zoppìa di questo tipo, la lastra è solo un piccolo aiuto, ma non aveva valore diagnostico né pronostico…

Questo cane non è un’eccezione… L’analisi e la correzione delle tensioni muscolari ci sembrano altrettanto importanti da prendere in considerazione che le calcificazioni radiologiche o i malposizionamenti radiologici visibili, che non hanno obbligatoriamente valore peggiorativo che gli si accorda d’abitudine. E alla luce di tali risultati, sarebbe meglio di discutere, insieme, del valore da attribuire agli esami complementari a scopo diagnostico o di depistaggio.



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