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057 – Dépêche di Sabato 29 Novembre

Créé le : sabato 10 gennaio 2009 di Elena Villa, Patrick Chêne

Dernière modificaton le : mercoledì 6 dicembre 2017

Tra le tante nozioni dell’osteopatia c’è quella di Forza di Trazione Midollare (FTM).

Quest’ultima è la causa di numerose patologie importanti dell’animale (e anche dell’uomo…) in accrescimento.

Tutti conoscono il fenomeno di ascensione apparente del midollo spinale. Ciò si verifica poiché il midollo spinale, non essendo sensibile all’ormone della crescita, cresce meno velocemente rispetto alla colonna vertebrale che lo contiene. Questo fatto dà origine:

• alla coda di cavallo;

• al filum terminale, costituito da pia madre, sempre attaccato alle vertebre coccigee;

• alla terminazione del tronco midollare che si trova a livello di L7 nel cane, S1 nel cavallo e L2 nell’uomo.

Legenda: un disegno preso da un corso di osteopatia dell’ENVN (Ecole Nationale Veterinaire de Nantes) di Claire Douart che visualizza il cono midollare e il filum terminale.

Si tratta di un fenomeno fisiologico, automatico e che, come tutti i meccanismi corporali, può generare delle patologie se non procede correttamente …

Ma quali?

Il problema si presenta appunto qui, infatti, se non mi sbaglio… Non ho mai letto nulla su questo argomento durante i miei studi. Esiste tuttavia un articolo di Antonio Ruiz de Azua Mercadal (osteopata di Barcellona) che ci offre delle piste fortemente interessanti.

La fisica pura è qui chiamata in causa:

• il problema principale che potrebbe insorgere è un ritardo nell’adattamento del midollo spinale alla trazione e alla tensione generata dalla crescita delle vertebre.

• Una trazione troppo forte induce una risalita del cono midollare all’interno del canale e una modifica delle curve e della plasticità della colonna.
• Una tensione che distrugge le cellule nervose e può determinare occasionalmente dei disordini nervosi o la siringomielia.
L’immagine di una collana di perle è qui la più significativa. Una diminuzione della lunghezza del filo (midollo troppo teso) deforma le perle (vertebre) se queste sono deformabili (caso A), altrimenti le dispone secondo un percorso variamente curvo (caso B), o infine il filo troppo teso si sfilaccia (caso C).

A livello patologico questo determina:

• secondo la precocità del fenomeno (presenza o meno di cartilagine nelle vertebre);
• secondo la forza di trazione generata (normalmente 20/40 g, patologicamente fino a 400 g);

saranno favoriti i seguenti quadri patologici presenti in tutte le specie:

A) deformità vertebrali: Sindrome di Wobbler…

B) scoliosi, dorso di carpa…

C) spasmi, siringomielia, idrocefalo.

Espressa in questo modo questa nozione appare abbastanza lontana dai nostri “paradigmi abituali”, ma nonostante ciò è molto seducente.

Si potrebbe difficilmente ottenere la misura della forza di trazione midollare:

• analizzando la variazione della posizione del cono midollare secondo la posizione del corpo, da qui l’inutilità in questo caso di radiografie e TAC;

• misure in vivo durante la chirurgia…!! Al contrario le tecniche dell’osteopatia tissutale permettono di testare il fenomeno e in parte di correggerlo...

I prossimi inserti permetteranno di meglio comprendere il fenomeno con l’ausilio di casi clinici.

Per saperne di più:

consultate gli articoli su questo tema all’interno della rivista l’Ostéo4pattes e la loro bibliografia

 http://www.osteo4pattes.net/spip.php?page=recherche&recherche=FTM



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